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Nel 2000 l'Africa è ritornata alla ribalta in quanto terra di missione, delle nuove missioni, delle ennesime missioni di civilizzazione e di sviluppo. Mai le iniziative per lo sviluppo e per la pace sono state così numerose e variegate in Africa come negli ultimi anni. La cooperazione internazionale e la solidarietà dei popoli delle Nazioni economicamente evolute sembrano non voler abbandonare l'Africa al suo destino. Nonostante le obiettive difficoltà, numerosi uomini e donne d'Asia, d'America, d'Europa e d'Oceania amano l'Africa e gli africani. I processi di globalizzazione hanno contribuito ad una accelerazione e alla moltiplicazione dei rapporti. L'Africa è piena di stranieri. Le terre straniere sono sazie degli africani. Purtroppo l'Africa e gli africani rimangono agli occhi del mondo non una risorsa che contribuisce alla soluzione dei problemi che pone il globo ma piuttosto un problema, un enigma che complica la situazione del pianeta. L'intento originario del presente volume alla sua prima edizione era quello di tentare di dare una risposta al teorema secondo il quale "prima di sviluppare l'Africa, occorre se ne hanno bisogno - sviluppare gli africani affinché siano loro stessi a sviluppare le terre d'Africa". Ecco perché l'autore scelse di scavare la mente degli africani d'Africa, dell'Africa tradizionale per scoprire, studiare e capire cosa c'è dentro l'uomo d'Africa e che ne fa un uomo uguale a se stesso e allo stesso tempo diverso dagli altri.